Relazione Programmatica

 

Stralci tratti dalla relazione sulle impostazioni strategico-operative del CIS svolta dal Presidente, Sergio Cerioni, nella seduta dell’Assemblea Consortile del 28 luglio 2005.

 

Il ruolo storico del CIS

Negli  oltre  23  anni  della  sua  storia  il   Consorzio  si  è  rivelato   uno  strumento  per   sviluppare  la  cultura  e  la  pratica  del  governo  dei  servizi  in   forma  associata,    per stimolare principi solidaristici ed assicurare servizi omogenei fra Comuni, per accrescere il potere politico-contrattuale di questo territorio.  I Comuni, da soli, non avrebbero mai potuto fornire ai loro cittadini determinate risposte e risultati (significativi dal punto di vista della qualità e dell’efficienza), né accedere a risorse cospicue, né porre in cantiere grandi investimenti. Nel tempo, a  fronte di modifiche normative volte alla liberalizzazione delle gestioni, solo grazie al CIS – che ha agito costituendo apposite società ed acquisendo partecipazioni in altre – i Comuni hanno mantenuto voce in capitolo in settori vitali, evitando il rischio di una deriva privatistica esclusivamente tesa a logiche di lucro. 

 

Analisi del quadro attuale

Oggi possiamo affermare che il CIS c’è,  che le sue ragioni fondanti e la sua originaria filosofia non sono mutate,  che – pur dovendosi confrontare con scenari in rapida evoluzione – il suo ruolo si conferma importante ed attuale. Certo, la fase di transizione che stiamo vivendo presenta sfide inedite ed impone di ragionare in termini innovativi; ma esistono tutti i presupposti per definire insieme un quadro di certezze, di chiarezza di intenti sulle carte da “giocare” nel medio-lungo termine, sulle potenzialità da mettere in campo e sui percorsi da intraprendere. Per i servizi a rilevanza industriale (ciclo acqua, gas, rifiuti, ecc.) è stata necessaria la trasformazione,  tramite creazione o fusione in aziende gestite con criteri di impresa. Ora il CIS, oltre a coordinare quest’ultime,  deve seguitare  a fornire  un impulso  ad eque dinamiche di sviluppo che permettano un ulteriore miglioramento degli standards di vita delle popolazioni. Molteplici fattori – come il contesto socio-economico nazionale che vede diminuire le risorse in capo ai Comuni  a fronte di crescenti esigenze dei cittadini, o come il processo lento ma irreversibile che vede i Comuni trasformarsi da diretti erogatori di servizi a controllori e garanti di chi, su loro affidamento, gestisce i servizi medesimi – rendono essenziale,  più che in passato,  la presenza del CIS  quale “motore”  per attivare sinergie e perseguire strategie in area vasta.  Occorre quindi puntare – d’intesa con altri soggetti istituzionali e non solo – verso politiche di “marketing territoriale”  che connotino l’identità, le caratteristiche e le eccellenze di questa zona, accrescendone il peso specifico nell’ambito e nei confronti della Provincia e della Regione.

 

Impegni ed obiettivi

Va perseguito un disegno che coniughi rinnovamento e continuità: una prospettiva capace di rilanciare il CIS fornendogli ulteriori motivazioni. Alcuni impegni ed obiettivi sono già individuati e da portare a compimento; altri sono da studiare, approfondire e puntualizzare. Ecco una schematica rassegna di punti: un “collage” non esaustivo, né ordinato per importanza o scadenze temporali; ma comunque utile per offrire una visione d’insieme sul campo d’azione presente e futuro. 

Mantenere il controllo pubblico in quei settori e servizi in cui il CIS  si è storicamente affermato e che seguitano ad essere strategici, sia per i Comuni che per il Consorzio. 

Avvalersi sempre più – per contribuire alla crescita del comprensorio – di strumenti quali gli accordi di programma, le convenzioni, i protocolli di intesa. Ciò in particolare con la Comunità Montana “Esino-Frasassi”, le Unioni dei Comuni, lo stesso Comune di Jesi (dal quale è auspicabile uno sforzo sincero per riattivare canali di collaborazione su basi di pari dignità e per ricostituire, in questo bacino geografico dell’entroterra anconetano, una piattaforma operativa e progettuale unitaria). 

Difendere l’autonomia del CIS, tenendo alto il livello di guardia rispetto ad eventuali pressioni e logiche accentratrici di qualunque provenienza. Tale autonomia significa unicamente dare più forza ai Comuni: senza alcuna mira o velleità egemonica e di annessione, senza arroccamenti. 

Portare a compimento la trasformazione del Consorzio in s.r.l. e, quindi, aprirsi all’auspicabile ingresso di altri Comuni e all’assunzione di altri servizi. Circa la prima tappa di questo percorso, ossia la stesura del nuovo Statuto, siamo già a buon punto. 

Sostenereper quanto concerne la materia dei rifiuti che è tema delicato ed attualissimo – posizioni di fermezza volte a pretendere, da tutti, assoluta coerenza con il Piano Provinciale di settore: posizioni logicamente univoche tra il CIS e il Comune di Maiolati Spontini all’interno del Consorzio di Bacino “CIR33”, dal quale ci attendiamo una funzione di garanzia rispetto a manovre in contrasto con l’atto della Provincia. Se i Comuni compresi nel Bacino n. 1 del Consorzio “Conero Ambiente” devono ancora individuare il sito per la loro discarica, noi  non siamo disposti a pagare il prezzo dei ritardi altrui. Ed è impensabile che si giunga alla scadenza del 2008 – quando i due Bacini dovrebbero costituire un unico Ambito (ATO) – se prima non viene rispettata questa indicazione del Piano Provinciale.

Valutare con attenzione, sempre per quanto attiene il “comparto rifiuti” e sempre d’intesa con il Comune di Maiolati Spontini che ne è l’altro socio di maggioranza, quali dovranno essere le prospettive e l’evoluzione di SOGENUS, tenendo conto della rilevanza economica che essa continua ad avere per il CIS e per i Comuni nostri soci. 

Razionalizzare ed  ottimizzare tutte le gestioni;  prevedere un sempre più costante raccordo con le società partecipate: anche tramite periodici incontri  tra gli organi del CIS (Assemblea e CdA) ed i nostri rappresentanti nelle società suddette, volti a definirne linee ed indirizzi. 

Approfondire alcune idee su cui si è già iniziato a lavorare e che avrebbero un positivo impatto generale con riflessi in vari campi. Idee che – badando a non creare doppioni né sovrapposizioni con progetti similari avviati in altre sedi – rafforzino l’immagine di quest’area: essendo così di ausilio alle politiche dei Comuni sul fronte culturale-turistico-promozionale (che acquisirebbero maggiore efficacia superando le odierne frammentazioni) e facendo da volano rispetto alle iniziative di imprese, associazioni e privati. Tutto ciò – alla fine – potrebbe trovare la sua sintesi espressiva in una rivisitazione del “logo CIS” che ben identifichi  la Media Vallesina e le sue peculiarità. 

Proseguire l’iter per l’ottenimento di un  “polo decentrato catastale”, la cui articolazione prevede la struttura tecnica a Jesi ed un vero e proprio ufficio pubblico ubicato a Moie (che appunto svolgerà tutte le funzioni catastali, incluso l’archivio cartaceo, ora gestite dalla sede di Ancona dell’Agenzia statale del Territorio). 

Completare la gestione informatizzata del territorio – attraverso il SIT – con relazioni dirette nel campo del servizio entrate comunali, sia tributarie che non. 

Ultimare, previo reperimento dei fondi necessari, il “percorso ciclo-pedonale”  (di cui sta per concludersi il primo stralcio) che assumerà una valenza non solo ambientale-turistica, ma permetterà una serie di correlazioni per quanto attiene la valorizzazione dei prodotti tipici locali. 

Ribadire l’obiettivo di possibili servizi da svolgere in avvenire. Ciò partendo da alcune funzioni specialistiche degli uffici tecnici comunali (tipo gli adempimenti connessi alla Legge n. 626/94 e alla Legge n. 494/96) e procedendo – su richiesta – con le incombenze in tema di espropri, gare di appalto e successivi iter, eventuali altre prestazioni. In proposito è da specificare che l’orientamento portato avanti privilegia settori nei quali i Comuni stanno già esternalizzando. Quindi gli stessi Comuni, tramite il CIS, potrebbero ottenere un duplice risparmio: spendendo di meno inizialmente ed aumentando, poi, le probabilità di accrescere gli utili finali da ripartire (esempio classico quello delle pubblicità ed affissioni).

 

 

Il metodo di lavoro

Va senz’altro sviluppato il confronto con i Sindaci ed i Consigli Comunali – anche preventivo – sulle azioni del Consorzio. Ciò specialmente in una fase che, ormai, vedrà il CIS occuparsi sempre più di servizi ai Comuni. Tra il CIS ed i Comuni è indispensabile consolidare un clima di effettiva reciproca lealtà,  affinché non venga contraddetta la filosofia dello stare insieme e non se ne pregiudichino i vantaggi. Altro criterio – ispirato al buon senso – è quello per cui ogni ipotesi di nuovi affidamenti dovrà essere preceduta da studi e/o consulenze che ne motivino l’opportunità: per evitare sia scelte affrettate in ordine al rapporto costi/benefici, sia forzature che produrrebbero malumori ed incomprensioni con le Amministrazioni Comunali, i loro apparati e gli stessi cittadini. Identico tipo di analisi preliminare dovrà accompagnare le decisioni  sul futuro di servizi e gestioni già in essere.  Vanno inoltre potenziate            le forme di comunicazione (non solo verso i Comuni, ma verso le scuole, le associazioni, altri enti, la platea dei cittadini in generale) utili a divulgare l’operato del CIS. Al riguardo – in aggiunta al notiziario semestrale “CISinforma” ed alla pubblicazione “CISreporting”  rivolta agli amministratori – è da valutare il ricorso ad ogni canale utile per far meglio conoscere la nostra attività e veicolarla in modo puntuale, dettagliato, tempestivo.

 

La futura “S.r.l.”

Riguardo alla futura veste giuridica, il libero mercato non deve spaventarci. Certo, come s.r.l., il CIS non potrà lavorare sotto costo. Tuttavia è altrettanto vero che, mantenendo scopi pubblici e soci esclusivamente pubblici, avremo più possibilità di trattare meglio i nostri clienti: garantendo una sensibilità sociale che difficilmente un’altra impresa privata potrebbe garantire. Dunque gli spazi per competere ci sono; l’intraprendenza dovremo invece metterla noi, dotandoci di schemi operativi e decisionali più agili.

 

Conclusioni

Per affrontare con ragionevole ottimismo le sfide che ci attendono è imprescindibile lo spirito unitario dell’Assemblea, del CdA, dei Sindaci, delle società collegate. Allo stesso modo, è preziosa la collaborazione del personale: una struttura che ha già dimostrato di essere solida, professionale, competente, abituata ad agire con la flessibilità di un’azienda. E’ nostro convincimento che la dialettica non sia da temere, anzi rappresenti una ricchezza ed un valore. Ben vengano le proposte e, se necessario, le critiche: purché animate da intenti costruttivi, pragmatismo e concretezza; purché non si dimentichi che infine bisogna sempre trovare la giusta sintesi. Oggi il Consorzio rappresenta 12 Comuni e circa 32.000 abitanti della Vallesina. Dipende perciò da noi – strumento di questo territorio per il governo dei servizi affidatici – la capacità di salvaguardare ed accrescere, anche sulla base di rinnovate motivazioni, la forza e il ruolo strategico del CIS.

Aggiornato: 11/12/2008 09:01:52
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